Questo anno abbiamo cominciato a investire risorse ed energie nel nostro progetto per la cura degli uliveti, raccogliendo non solo olive quando è stagione, ma anche attivandoci per prendere in carico altri uliveti, studiando le moderne pratiche agroecologiche per l’olivicultura, dalla potatura in policonico alla cura del suolo con sovesci e senza rivoltarlo col trattore.
Prendersi cura di piante che son nate prima di noi e moriranno dopo di noi vuol dire sentirsi parte della natura, della storia che questi alberi portano e porteranno. Vuol dire metterci il cuore e la testa nello studiare e pensare alle pratiche migliori per la gestione agroecologica degli alberi e di tutto l’ecosistema.
È anche e soprattutto provare a prendersi cura del suolo. Dalla terra prendiamo e alla terra dobbiamo ridare. È per questo che siamo felici di essere riuscite anche a passare la trincia sui resti di potatura, frasche che, invece di essere bruciate, vengono trasformate in cippato per nutrire il suolo.
Tutto questo anche grazie all’aiuto e al supporto di tante belle persone, anche perché, nonostante tutto quello che ci dicono, le relazioni di mutualità e di scambio sono più importanti dei soldi. E non esiste prendersi cura della terra senza prendersi cura delle relazioni umane.
Il nostro l’abbiamo fatto, speriamo che gli olivi siano generosi e che abbaiano ancora voglia di resistere a questa società pazza e al clima che causa.